Lo studio Henley & Partners – specializzato in consulenza per la residenza e la cittadinanza globale ha da poco rilasciato il report 2022 del suo Henley Passport Index – la classifica dei passaporti del mondo stilata in base al numero di destinazioni per i quali essi consentono l’accesso senza visto o con visto all’arrivo.
La classifica dei passaporti non tiene conto delle limitazioni temporanee dovute alla pandemia da Covid, ma ordina i passaporti in base al numero di Paesi a cui il passaporto dà virtualmente accesso secondo la normativa in vigore.
Un passaporto “potente” è quello che dà modo al possessore di viaggiare liberamente nel maggior numero possibile di Paesi. La classifica è, dunque, uno strumento utile per comprendere le dinamiche migratorie e i cambiamenti in corso riguardo la mobilità dei cittadini tra i diversi Stati del mondo. Vediamo allora quali sono i passaporti più desiderabili al mondo e quali opportunità offrono a chi li possiede.
La classifica: al primo posto Giappone e Singapore
Le maggiori potenze commerciali asiatiche, Giappone e Singapore, si trovano assieme al primo posto con un punteggio di 192. Significa che i detentori di passaporto di queste due nazionalità possono viaggiare verso 192 Paesi senza visto o con visto all’arrivo.
Al secondo posto ci sono Corea del Sud e Germania con 190 punti. Al terzo posto troviamo Italia, Lussemburgo, Finlandia e Spagna il cui passaporto viene accettato in ben 189 Paesi nel mondo senza visto.
La parte alta della classifica è dominata dagli Stati dell’Unione Europea che condividono simili politiche in materia di cooperazione internazionale. Al quarto posto ci sono Austria, Danimarca, Francia, Svezia e Paesi Bassi; al quinto troviamo Irlanda e Portogallo.
Stati Uniti e Regno Unito sono insieme al sesto posto insieme a quattro altri Paesi tradizionalmente più neutrali: Svizzera, Nuova Zelanda, Belgio e Norvegia. Al settimo posto ci sono Australia, Canada, Repubblica Ceca, Grecia e Malta con 185 destinazioni. Entrano per la prima volta nella top ten Paesi dell’est europeo: troviamo, infatti, Ungheria e Polonia all’ottavo posto con 183 destinazioni; Lituania e Slovacchia al nono con 182 destinazioni; Lettonia, Estonia e Slovenia al decimo posto con 181 destinazioni.
Quali sono i passaporti più deboli?
I passaporti più deboli sono tendenzialmente quelli di Paesi considerati problematici dalla comunità internazionale, magari per problemi di terrorismo o perché con guerre in corso.
Agli ultimi posti ci sono una serie di Paesi i cui passaporti garantiscono l’accesso libero senza visto a meno di 40 destinazioni: Corea del Nord (39), Nepal e Territori palestinesi (37), Somalia (34), Yemen (33), Pakistan (31), Syria (29), Iraq (28).
Chiude la classifica l’Afghanistan i cui cittadini possono entrare solo in 26 Paesi senza prima aver chiesto ed ottenuto un visto all’Ambasciata del Paese che intendono visitare.
Il Paese europeo con il passaporto più debole è il Kosovo: lo Stato balcanico ha dichiarato la sua indipendenza unilateralmente dalla Serbia nel 2008 ma non è riconosciuto da molti Stati nel mondo.
Cosa è cambiato negli ultimi anni
La mobilità internazionale è molto cambiata negli anni e le possibilità di viaggiare sono decisamente aumentate nel corso degli ultimi due decenni. Il Passport Index ha rilevato che nel 2006 un individuo poteva viaggiare, in media, in 57 Paesi senza visto. Oggi questa cifra è quasi raddoppiata con un valore di 107 destinazioni in media verso cui si può viaggiare senza visto.
Tuttavia, questa maggiore facilità nell’intraprendere i viaggi internazionali è riservata principalmente ai cittadini europei, nord americani e delle nazioni asiatiche più ricche. I detentori di passaporti di Paesi più poveri come Angola, Laos e Camerun possono viaggiare in non più di 50 Stati senza visto. Quindi, anche se cresce la libertà di movimento in generale, aumenta anche il divario tra Paesi del nord e del sud del mondo a rafforzare il gap già esistente in termini di ricchezza e di opportunità per i cittadini.
La necessità di chiedere ed ottenere un visto impatta molto le scelte delle persone che viaggiano, specie se si parla di mobilità per la ricerca del lavoro e di nuove opportunità in un Paese straniero. Ecco allora che la classifica offre spunti i per approfondire le dinamiche della mobilità globale e incoraggiare la riflessione sulle politiche di rilascio dei visti dei diversi Paesi.